Civita di Bagnoregio “La città che muore”
Nella Tuscia viterbese, immersa in una valle brulla e cosparsa di calanchi, svetta maestosa Civita di Bagnoregio, un piccolo borgo medievale tra i più belli e suggestivi d’Italia.
Il visitatore che si appresta a percorrere il lungo ponte che sale fino all’antica porta di Santa Maria, unico accesso possibile al borgo, avrà la sensazione di iniziare un cammino che porta nella Città degli Dei, tanto è suggestiva la visuale di questo paesino sospeso tra cielo e terra.
Arroccato su uno sperone di roccia, friabile e soggetto ad erosione a causa degli agenti atmosferici, le poche case ed il campanile svettante resistono al passare del tempo, dando prova di resilienza di fronte alle asperità della natura. I margini, un tempo occupati da mura, case, cortili, guardano direttamente il baratro. Emblematica è la scalinata in ferro sospesa nel vuoto e che un tempo conduceva alla casa di San Bonaventura, biografo di San Francesco e tra i primi a seguire la sua dottrina. Oggi di quella casa non rimane più nulla, inghiottita a seguito di frane e terremoti dal vuoto sottostante.
Questo è il motivo per cui è altresì conosciuta con l’epiteto di ” Città che muore”, ad evidenziare la fragilità e la precarietà in cui versa.
Poco prima di percorrere il lungo ponte, troverete alla vostra sinistra il ticket office dove potrete acquistare il biglietto d’ingresso al costo di 5 euro.
Il borgo è un intreccio di stradine ben curate, abbellite da piante e luoghi di sosta come bar e ristoranti dove poter sostare. Non perdetevi, alla fine del borgo, la visita al “Giardino del poeta”. Questo giardino pensile, a precipizio sulla valle sottostante, gode di una vista magnifica sulla valle dei Calanchi, ossia sulle colline circostanti modellate dal vento e dove l’erosione ha dato vita a formazioni rocciose dalle forme più bizzarre. Il giardino, ben curato e fiorito, è di proprietà privata ma aperto al pubblico. Lo si visita gratuitamente ma è ben accetta un’offerta per consentire la manutenzione di questo splendido posto o se volete, ancora meglio, potete contribuire alla sua cura, comprando una conserva in vetro prodotta dall’azienda agricola che lo gestisce.
Rimarrete davvero estasiati di fronte alla sua bellezza malinconica!
Ho avuto modo di visitare più volte questo splendido borgo e ogni volta ritorno con la mente alla mia terra d’origine: la Lucania. Nell’entroterra più sconosciuto ed autentico di questa struggente terra si trova un luogo che, per caratteristiche geologiche e per quel forte senso di nostalgia che ti lascia addosso, ricorda molto Civita di Bagnoregio. Si tratta di Craco, un paese fantasma abbandonato dai suoi abitanti nel 1969 a causa delle continue frane. Intorno a questo paesino, oggi set di numerosi film, si estende un panorama, quello dei Calanchi appunto, completamente privo di vegetazione e dove le colline presentano continue ondulazioni come accade alle dune di sabbia nel deserto e proprio come esse soggette a continui mutamenti causati da pioggia e vento.
In entrambi i casi, il paesaggio è aspro ma di una bellezza prorompente. Vi consiglio di visitarli quando sarete nel Lazio o in Basilicata.