La fioritura del Crocus sull’Altopiano di Campo Imperatore
sommario
Tra i luoghi più scenografici in Abruzzo spicca il massiccio del Gran Sasso. Chiuso tra le imponenti montagne, tra le quali spicca il Corno Grande, si trova l’Altopiano di Campo Imperatore. Fosco Maraini, esploratore ed intellettuale nonché padre della scrittrice Dacia, definì l’Altopiano il Piccolo Tibet d’Italia, per la sua somiglianza in scala ovviamente ridotta. Fosco Mariani aveva partecipato da giovanissimo a ben due spedizioni nel Tibet in un epoca in cui quella parte del pianeta era impenetrabile e chiusa al mondo.
L’altopiano si estende per oltre 20 km ed è quasi del tutto privo di vegetazione, essendo stato per secoli luogo di pascolo estivo. Camminare tra quelle montagne è già di per sé un’esperienza unica ma farlo durante la primavera, quando il pianoro si riempie di crochi che si perdono a vista d’occhio, è pura magia. Il Crocus Vernus è un fiore simile allo zafferano (Crocus Sativus) e per questo motivo è anche conosciuto come zafferano selvatico o falso zafferano ma non è commestibile, anzi risulta essere velenoso se ingerito. Il colore varia dal lilla tenue ad un lilla più acceso e pur sembrando all’apparenza delicato in realtà è tenace. Sboccia sul terreno umido e freddo a ridosso dei blocchi di neve e mano a mano che la neve si scoglie fiorisce fino a ricoprire gran parte del vasto pianoro. La vista della prateria ricolma di una miriade di fiori contrasta con le montagne intorno ancora striate di neve. La primavera prende il posto del lungo e freddo inverno.
Curiosità
– Sul massiccio del Gran Sasso si trova il “Ghiacciaio del Calderone”, unico ghiacciaio appenninico formatosi durante le grandi glaciazioni del quaternario. Purtroppo negli ultimi anni si è ridotto notevolmente a causa dell’aumento della temperatura terrestre.
– A Campo Imperatore c’è l’Hotel (unico tra l’altro) in cui Mussolini fu tenuto prigioniero per circa due settimane per ordine di Badoglio dopo l’armistizio di Cassibile. Si riteneva che questo luogo, a differenza di altri, fosse così impenetrabile e sicuro da rendere impossibile qualsiasi tentativo di fuga del prigioniero. Senonché alcuni paracadutisti tedeschi, per ordine di Hitler, riuscirono a liberarlo facendolo salire su un’aereo leggero. L’operazione è nota con il nome di “Operazione Quercia”.
– Sull’altopiano sono stati girati numerosi film come “Il deserto dei Tartari”, tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati e film con Bud Spencer e Terence Hill “Lo chiamavano Trinità” e “Continuavano a chiamarlo trinità”, “Così è la vita” di Aldo, Giovanni e Giacomo.
– Sull’altopiano, in posizione dominante, si trovano i ruderi del Monastero di Santa Maria del Monte. In realtà si tratta di una Grancia, ossia di una struttura edilizia in cui si conservavano grano e sementi. I ruderi si trovano sulla sommità di una piccola montagna da cui è possibile avere una bellissima vista sul panorama intorno.
Come arrivare
Ci sono due modi per arrivare sull’altopiano di Campo Imperatore. Io ho scelto di andare a Santo Stefano di Sessanio e poi prendere la strada che conduce al Rifugio di Lago Racollo. Da Roma sono circa due ore di macchina. L’altra possibilità (ma non l’ho mai fatta quindi non sono in grado di dare molte informazioni) è quella di andare a Fonte del Cerreto, lasciare l’auto e salire a Campo Imperatore con la funivia (del resto la strada asfaltata da questo punto è sbarrata e non percorribile dalle auto).
La piana ricolma di crochi si trova pochi km dopo il rifugio Racollo ed è raggiungibile sia in macchina (lasciandola sul ciglio della strada per scattare fotografie veloci) o ancora meglio, anche e soprattutto per dare un senso alla giornata in montagna, camminando dal Rifugio per circa 12 km tra andata e ritorno. Per un ristoro, magari a base di arrosticini , potete contare sul rifugio Racollo!